Patrizia Zivec


Il ciclone Nargis

(Phos n. 18, Giugno 2009)

Nelle aree equatoriali e tropicali asiatiche tra la fine di aprile e i primi giorni di maggio 2008 vi sono state condizioni climatiche eccezionali, a partire da un'ondata di caldo anomalo che ha interessato tutto l'altopiano del Deccan e gran parte dell'Indostan. In India si sono registrate temperature quasi da record di circa 7° sopra la media, che per quindici giorni consecutivi hanno stazionato tra i 40°C e i 47°C, mentre fino ai primi di maggio le piogge pre-monsoniche sono state decisamente inferiori alla media.

1. Percorso e intensità del ciclone Nargis

La Birmania, invece, ha vissuto una delle peggiori catastrofi naturali degli ultimi anni a causa del ciclone Nargis che ha colpito il delta dell'Irrawaddy con venti e precipitazioni fortissime e ondate di 3,7 metri, radendo al suolo l'estremo sud del Myanmar. Alla fine di giugno, le fonti governative di Burma (GOB) hanno fornito le seguenti cifre: 84.537 morti e 53.836 dispersi. Le Nazioni Unite, tramite l'OCHA, ha stimato invece fra 63 mila e 101 mila le persone decedute, in 2,4 milioni quelle che sono state gravemente colpite da questo ciclone e ha quantificato i danni in 2,5 miliardi di Euro. Benché i due eventi appaiano di diversa natura, sono strettamente correlati. Infatti il persistere sulla penisola indiana di un'area anticiclonica (A), con temperature che per più di due settimane sono state di 5°-7°superiori alla media, ha favorito la formazione di una forte area depressionaria (B) a circa 1150 km (715 miglia) a est-sudest di Chennai (Madras), in India, depressione causata probabilmente dal persistente flusso di calore affluito sulla parte occidentale del Golfo del Bengala che, riscaldando rapidamente le acque superficiali, ha isolato il ciclone Nargis sul Myanmar fornendogli maggior energia e alimentando quindi la sua forza distruttiva.

2. Area anticiclonica e area depressionaria

Osservazioni introduttive

A parere di chi scrive, il ciclone Nargis - come tutti i cicloni - va considerato e studiato come un evento catastrofico di matrice meteorologica, originatosi come una comune "depressione", che, seguendo una direzione non completamente prevedibile, acquisisce progressivamente energia, fino ad assumere in pochi giorni una forza distruttiva di proporzioni enormi, per poi abbattersi su un determinato luogo col suo picco di forza. Basti pensare che un ciclone come questo, in fase matura, pompa al suolo circa 2 milioni di tonnellate d'aria al secondo, produce in una giornata cumulativamente circa 20 miliardi di metri cubi di acqua ed è in grado di sviluppare una quantità di energia pari a 200 volte quella prodotta giornalmente sull'intero pianeta, ossia la sua energia è grosso modo equivalente a quella liberata dall'esplosione di una bomba nucleare di 20 megatoni al minuto[1]. Chiaramente se questo avviene in un'area abitata, o peggio, densamente abitata, come nel caso del Myanmar, e il ciclone è particolarmente potente, come lo è stato Nargis, allora si ha un numero impressionante di perdite umane e materiali. Pertanto, si è ritenuto di condurre questo studio seguendo il metodo e i criteri usati per una normale indagine meteorologica, però con l'intento di esaminare al suo interno un evento eccezionale per forza e gravità, qual è il ciclone Nargis.

3. La zona colpita dal ciclone

Le eclissi visibili nel luogo dell'evento

Per quanto riguarda la datazione delle eclissi, ho applicato lo stesso metodo, aderente al testo tolemaico, già adottato assieme a Daniele Ferrero nello studio sull'Inverno freddo del 1956, che si basa sulla distanza oraria del luminare oscurato. Tale metodo è riportato anche da Giuliano Ristori nel suo commento al Quadripartito tolemaico, Lectio 46 De tempore eventuum[2].

Nella Tetrabiblos II.6 "Del tempo degli eventi", per la traduzione di Giuseppe Bezza, leggiamo:

«La seconda parte della trattazione, che ha per oggetto il tempo, in virtù della quale si giunge a distinguere i tempi degli eventi significati e la quantità del loro perdurare, noi la considereremo nel modo seguente. Invero, le eclissi che si verificano nel medesimo tempo non giungono a compimento nelle medesime ore temporali in ogni località, né le medesime eclissi solari presentano ovunque la medesima grandezza dell'oscuramento, né un uguale tempo di durata. Pertanto determineremo, in ciascuna località che intrattiene un rapporto con il deliquio, gli angoli come fosse una genitura, secondo l'ora dell'eclissi e l'elevazione del polo; in seguito calcoleremo quante ore equinoziali dura l'oscuramento dell'eclissi in ciascun luogo. Stabiliti questi dati, stimeremo che l'effetto che ha da prodursi perdurerà, per quanto riguarda l'eclissi solare, tanti anni quante sono le ore equinoziali computate; ma per quanto riguarda l'eclissi lunare, altrettanti mesi. E per quanto riguarda sia gli inizi, sia le più veementi intensificazioni dell'evento, noi li dedurremo in forza della disposizione del luogo eclittico rispetto agli angoli. Giacché se il luogo cade presso l'orizzonte orientale, significa che i primi sintomi dell'evento appariranno nel primo quadrimestre a far tempo dall'eclissi e la sua forza compiuta nel primo terzo dell'intiero periodo della sua durata; se cade presso la culminazione superiore nel secondo quadrimestre e nel secondo terzo; se cade presso l'orizzonte occidentale nel terzo quadrimestre e nell'ultimo terzo della sua durata» (...)

Recentemente, Simone Sebban[3] ha dato un significativo contributo in merito alla datazione delle eclissi, ideando e mettendo a punto un metodo per individuare i tempi in cui un’eclisse esplica i suoi effetti, introducendovi un periodo più circoscritto entro il quale essa risulta avere forza compiuta, cioè massima, come previsto dallo stesso testo tolemaico. Pertanto ogni eclisse è scandita dalle seguenti fasi che costituiscono la "vita totale dell'eclisse":

  1. manifestazione dei primi sintomi: entro 4, 8 o 12 mesi dall'eclisse sia per l'eclisse di Luna, sia per l'eclisse di Sole[4].
  2. durata dell'evento (ore = mesi per le eclissi di Luna, ore = anni per le eclissi di Sole), all'interno del quale - per le eclissi solari - è compreso un ulteriore periodo:
    a. inizio di forza compiuta dell'eclisse
    b. fine della forza compiuta dell'eclisse
  3. cessazione di ogni effetto dell'eclisse.

Per quanto riguarda, il perdurare dei suoi effetti, o per meglio dire la "vita totale dell'eclisse", ritengo sia ragionevole mantenersi per quelle lunari entro un limite di quindici mesi, e per quelle solari entro un limite massimo di quattro anni[5], comprendendovi il periodo computato dalla data in cui l'eclisse è atta a manifestare i suoi primi effetti (entro 4, 8 o 12 mesi dall'eclisse), a quella in cui giunge ad esaurimento[6]. Detto in altri termini, quando si ricerca a ritroso un'eclisse solare che possa avere effetto su un determinato evento, si retrocede al massimo di quattro anni (aggiungendovi però anche quei mesi in cui l'eclisse è teoricamente ancora inattiva, ma in attesa di giungere a manifestazione) e, per questo lasso di tempo, si considerano soltanto le eclissi visibili nel luogo in cui è si è verificato l'avvenimento.

In un suo recentissimo e approfondito studio, Marco Fumagalli[7], illustra un'interessante teoria, secondo la quale un'elevata percentuale di oscuramento del disco solare dovrebbe dare maggior forza ai luoghi dell'eclisse. Condivido in linea di principio il concetto che ne sta alla base: infatti è ragionevole ipotizzare che un maggior oscuramento corrisponda ad un'azione più violenta e incisiva, tuttavia non è certo che una tale azione si verifichi, sia perché la figura eretta nel momento dell'eclisse potrebbe non contenere i presupposti per generare tali accadimenti, sia perché - pur racchiudendoli - potrebbe non essere richiamata da successive significative configurazioni.

Ritengo, infatti, che un'eclisse solare visibile in un determinato luogo, ma caratterizzata da un minor oscuramento, se richiamata significativamente[8] e ripetutamente da successive figure - che hanno la funzione di conservarne la memoria ed il potenziale - possa risultare più efficace a provocare un avvenimento rilevante, o addirittura catastrofico, rispetto a un'eclisse solare dall'oscuramento pressoché totale che, non essendo ripresa da successive figure, si esaurisce senza aver avuto modo di esplicare i suoi effetti. La maggior forza derivante da un considerevole oscuramento, dunque, può essere intesa come una qualità "in potenza", ma solo il richiamo dell'eclisse da parte delle figure successive mette in atto questo potenziale, che altrimenti decade. Naturalmente ci si potrà pronunciare con più competenza in merito solo dopo aver esaminato un grande numero di casi. Analogamente, risulta evidente che, nel periodo in cui l'eclisse avrà "forza compiuta", cioè massima, essa esplicherà i suoi effetti più facilmente e con maggior incisività, rispetto al periodo più ampio in cui risulta comunque attiva, e saranno sufficienti richiami minori da parte delle figure successive al fine di scatenare l'evento.

Prendiamo ora in considerazione le due eclissi lunari visibili in Birmania, verificatesi entro i quindici mesi precedenti il ciclone:

  • l'Eclisse parziale di Luna del 3 marzo 2007 che si verifica nel VII luogo, a una distanza oraria di 5,38, per cui, secondo i dettami tolemaici, dovrebbe cominciare ad agire undici mesi dopo, cioè dal febbraio 2008.
  • l'Eclisse parziale di Luna del 28 agosto 2007 che si verifica nel VII luogo, alla distanza oraria di 4,80, che dovrebbe iniziare ad agire dieci mesi e mezzo dopo, e precisamente dal luglio 2008. In realtà, come vedremo, ha esplicato i suoi effetti già a fine aprile 2008. Questo pone il problema se è corretto accettare delle eclissi, solari o lunari, prima che giungano alla fase (1) in cui iniziano ad essere teoricamente atte a manifestare i loro effetti. Personalmente, ritengo che in nessun caso sia opportuno limitare a priori l'inserimento delle eclissi visibili che precedono di poco l'evento, ma che, conformemente ai dettami tolemaici, non sono ancora mature per produrre i loro effetti, specie se risultano fortemente richiamate da successive figure, come in questo caso. Solo l'osservazione e lo studio sugli effetti di un gran numero di eclissi potrà ragguagliarci in proposito.

Dopo aver verificato se vi siano state eclissi solari visibili nell'Indostan e nel sud-est asiatico nei quattro anni precedenti l'evento, consideriamo l'unica eclisse solare significativa:

  • l'Eclisse parziale di Sole del 19 marzo 2007 (Saros 149), che si verifica nel XII luogo (DH di 4,38), dista dall'oroscopo 1h 62', per cui comincia ad agire circa un mese e mezzo dopo, cioè dal maggio 2007. L'oscuramento che è modesto (15,41%) dura 1h 25m. Trasformando in mesi esatti le ore temporali di distanza dell'eclisse dall'oroscopo, ricaviamo 1,42, pertanto gli effetti si protraggono per un anno e cinque mesi, cioè fino a ottobre 2008. Ragionando, invece, per settori, come propone Simone Sebban, si evidenzia la seguente situazione, che dimostra che il ciclone rientra nel periodo di vita dell'eclisse, ma non in quello della sua massima forza. Si precisa che, nell'ipotesi 1 si considera l'intervallo minimo per l'inizio degli eventi (l'inizio va da 0 a 4 mesi, dunque considero 0 mesi), mentre nell'ipotesi 2 si considera l'intervallo massimo per l'inizio degli eventi (l'inizio va da 0 a 4 mesi, dunque considero 4 mesi).

Esaminiamo nel dettaglio le seguenti figure che riteniamo collegate all'evento, separandole dal testo e ponendole in nove pagine distinte, alle quali rimandiamo il lettore, prima di proseguire con il riepilogo e le osservazioni conclusive. Si precisa che tutti i grafici sono stati redatti per Bogale[9] [16°N17' 95°E24'], città posta nell'Ayeyarwady[10] Division nel sud-est del Myanmar (o Burma).

Riepilogo delle figure

Riepiloghiamo i giudizi sulle singole figure, ponendo attenzione in ognuna alle qualità prevalenti, ai dominatori, agli asterismi e alle nebule presenti, ma soprattutto al rapporto che si instaura tra i pianeti superiori, in particolare tra Marte e Giove. Si fa presente che dal 27 aprile, giorno di formazione del ciclone, fino al 2 maggio, giorno del suo approdo, si evidenziano gli aspetti peculiari, soprattutto quelli per declinazione, in corrispondenza agli orari della sua evoluzione.

Figura 1
Eclisse di Luna
3.3.2007
h. 23:21:00
Dominatori: Mercurio e Saturno
Qualità prevalenti: caldo e leggera prevalenza dell'umido
Mercurio, visibile e retrogrado, è signore del luogo dell'eclisse, ed è opposto in mundo e fortemente commistionato a Saturno (decl. 16,04), che lo signoreggia avendo familiarità per declinazione con Sirio (-16,73) e Aldebaran (16,52). I due pianeti si configurano per equidistanza soltanto ai luminari, presso il cui asse vi sono le umidissime stelle dell'Acqua dell'Acquario, mentre Mercurio è con la corruttiva Spina. Questa è una configurazione importantissima che, come vedremo, sarà richiamata nelle figure successive.
Giove è sovrastato dal trigono di Saturno. Giove (decl. -22,20) e Marte (decl. -20,09) hanno familiarità per picco di declinazione.
Sintesi: La configurazione tra i due pianeti superiori causa grandi mutamenti del clima, le familiarità per picco di declinazione tendono a corrompere la natura dei pianeti coinvolti. Previsioni meteorologiche avverse e calamità naturali sono potenzialmente comprese in questa eclisse: culmina Antares, tramonta Regolo e anticulmina Aldebaran.
Figura 2
Eclisse di Sole
19.3.2007
h. 1:24:00
Dominatori: Venere e Saturno
Qualità prevalenti: leggera prevalenza del freddo e dell'umido
Il Sole eclissato, posto nei confini di Saturno, è con la nebula di Andromeda; la Luna è nei confini di Marte. Sono presenti aspetti particolarmente precisi fra i tre pianeti superiori: Marte si applica al diametro con Saturno e all'esagono con Giove; Giove e Saturno sono in perfetto trigono. Saturno (-16,34) ha la declinazione di Sirio (-16,73): pianeta e stella sono in controantiscia con Marte (-17,12). Venere - che sta sorgendo assieme alla corruttiva Hamal, si configura ai malefici ed è in antiscia a Mercurio in Pesci - non reca beneficio, bensì apporta un eccesso di umidità con precipitazioni abbondanti. Culmina la tempestosa Altair, anticulmina Procione e la marziana Polluce.
Sintesi: Forti mutamenti dell'aere e, per il dominio di Saturno, possibilità di tempeste e inondazioni, con danni sulla terra ferma anche con perdite di vite umane. Le fasi tolemaiche delle stelle confermano la possibilità che si verifichino forti perturbazioni atmosferiche con abbondanti precipitazioni e tempeste, come pure eventi particolarmente violenti, quali terremoti e inondazioni, per la presenza di stelle nocive, quali Andromeda, il Praesepe, l'Aculeo, l'Acqua dell'Acquario e le Pleiadi.
Figura 3
Eclisse di Luna
28.8.2007
h. 10:37:00
Dominatori: Giove e Marte
Qualità prevalenti: caldo e umido
Cinque giorni prima dell'eclisse si è perfezionato il diametro tra Marte (decl. 21,59) e Giove (decl. 21,61) - ribadito dal contemporaneo ed esattissimo aspetto di controantiscia, favorendo la formazione di tempeste, maggiormente per la presenza di Antares con Giove e di Aldebaran con Marte. Inoltre Giove, caldo e umido, è sovrastato nel mondo da Saturno combusto - che è unito ad una brillante, Regolo, e a Cauda, ed è opposto alla Luna eclissata - aspetto che causa mutamenti meteorologici piuttosto violenti che si manifesteranno nei mesi successivi quando gli effetti dell'eclisse giungeranno a compimento. Mercurio è sovrastato nello zodiaco e nel mondo da Marte, ed entrambi si configurano a Venere, alterativa per essere posta nel suo ventre meridionale ascendente: la configurazione promette venti umidi e piogge abbondanti. La quadratura tra Giove e Mercurio è un'apertura delle porte ai venti. Le stelle fisse e le loro fasi tolemaiche ribadiscono l'inclemenza del clima, aggiungendovi la concreta possibilità che si verifichino calamità naturali per la presenza in luoghi significativi della figura di asterismi pericolosi, quali il Praesepe, Antares, Aldebaran, Regolo.
Sintesi: L'eclisse in segno acqueo, le configurazioni assai precise fra i tre pianeti superiori, i pianeti della pioggia[11] reciprocamente configurati, la presenza di asterismi, alcuni di natura ignea, altri umidissimi ed altri ancora corruttivi, rendono probabile il verificarsi di un evento connesso soprattutto con una grande quantità di calore e di acqua.
Figura 4
Novilunio di Primavera
7.3.2008
h. 17:15:20
Dominatori: Saturno e Giove
Qualità prevalenti: leggera prevalenza del caldo e dell'umido
La sizigia si verifica in segno acqueo ed è unita alle stelle dell'Acqua dell'Acquario. Tutti i pianeti hanno diritti sul Novilunio, particolarmente Giove - governato da Saturno - il quale si configura con esagono ai luminari. Tuttavia Saturno, prevale in virtù dell'equidistanza alla sizigia ed è forte nel corrompere per il fatto di culminare essendo contrario alla sua fazione. Inoltre è sovrastato da Marte - che è unito a Sirio ed ha la stessa declinazione di Antares - il quale risulta particolarmente alterativo per essere posto nel suo picco di declinazione massimo (26,14). Mercurio, dominus dei confini della sizigia, è congiunto a Venere (che è equidistante ai luminari) e alla corruttiva e umida Spina del Capricorno. Sorgono le stelle della Fronte dello Scorpione e si appresta a sorgere Antares, tramontano Aldebaran con le Pleiadi e le Iadi, anticulmina Fomalhaut.
Sintesi: Le configurazioni tra i pianeti e le stelle presenti sono foriere di tempo perturbato con abbondantissime precipitazioni. Inoltre, vi è il rischio che nel corso dell'anno, o della stagione entrante, si verifichino eventi naturali catastrofici per il culminare di Saturno e la contemporanea presenza, con i luminari e ai cardini, di stelle significative e violente, particolarmente in questo Novilunio in cui si presentano fortissime analogie e sovrapposizioni con l'eclisse lunare del 3 marzo 2007.
Figura 5
Ingresso in Ariete
20.3.2008
h. 5:49:59
Dominatori: Marte e Giove
Qualità prevalenti: caldo e umido
Il sorgere di Marte e il culminare del Sole causa forte calore e tempeste improvvise. Marte, qui particolarmente corruttivo anche per la sua contrarietà all'hairesis, sovrasta la congiunzione Luna-Saturno-Cauda che si oppone a Mercurio e Venere, in Pesci, con Fomalhaut, configurazione che porterà abbondanza di precipitazioni. Giove ancora un volta non aiuta, bensì accresce il danno, infatti, oltre alla ormai ben nota configurazione per picco di declinazione con Marte, si oppone per distanza oraria a Sirio (DH 5,03), stella che spesso compare nelle calamità violente. Inoltre nella figura si verifica l'equidistanza fra la congiunzione Giove-Daimôn e quella Tolma- Tychê, unite queste ultime alla tempestosa Shaula e al corruttivo Aculeo.
Sintesi: La rivoluzione annuale mette nuovamente in evidenza da una parte il rapporto fra Marte e Giove; dall'altra il reciproco configurarsi sull'asse dei nodi dei pianeti della pioggia con Saturno. Tuttavia gli effetti dell'Equinozio si esplicheranno soprattutto negli accadimenti sociali ed economici, che sono esposti nell'esame dettagliato della figura, a cui si rimanda.
Figura 6
Novilunio precedente il ciclone Nargis
6.4.2008
h. 3:56:01
Dominatori: Marte e Mercurio
Qualità prevalenti: caldo e secco
I dominatori, entrambi caldi e secchi, si configurano con quadrato nello zodiaco e in mundo. Mercurio, unito all'umida Galassia di Andromeda, è congiunto alla Luna, fredda e secca, e a Venere, fredda ed umida. La configurazione risulta particolarmente corruttiva per lo scontro di qualità opposte e per l'equidistanza fra la congiunzione Mercurio-Venere e Saturno retrogrado, freddo e secchissimo. In questa figura Marte e Giove iniziano a configurarsi per diametro, causando un mutamento del tempo che reca grande calore e siccità a causa del predominio di Marte, particolarmente corruttivo per essere angolare, contrario alla sua fazione e di declinazione elevata prossima al suo picco. Sono presenti ben tre nebule che offuscheranno l'atmosfera: Andromeda, la Laguna e l'Aculeo. Inoltre sorgono le stelle tempestose della Cintura di Orione e culmina l'umidissima Acqua dell'Acquario.
Sintesi: Il mese è caratterizzato da gran caldo e secco, i venti potranno soffiare impetuosi, ma soprattutto potranno verificarsi tempeste e precipitazioni assai intense, per l'umidità causata dal reciproco configurarsi dei dominatori e degli astri della pioggia, nonché per gli asterismi foschi e umidi posti al culmine e all'angolo occiduo.
Figura 7
Plenilunio precedente il ciclone Nargis
20.4.2008
h: 10:26:45
Dominatori: Venere e Marte
Qualità prevalenti: forte calore e alternanza fra secco e umido
Venere, che ha forte dignità su tutti i significatori, è largamente congiunta al Sole. Marte e Giove, in controantiscia, stanno per perfezionare la loro opposizione che acquista una forza straordinaria in virtù del suo formarsi lungo l'asse meridiano, mentre Sirio culmina. Venere si configura a entrambi con quadrato eclittico e in mundo, apportando del freddo e dell'umido, che nel suo rapporto con Marte costituisce un'apertura delle porte alla pioggia. La Luna, che ha la declinazione di Sirio, è unita ad Arturo ed è sovrastata da Marte; inoltre dopo essersi separata dal Sole si applica con esagono a Saturno, favorendo le precipitazioni.
Sintesi: Il giungere a compimento del diametro tra Marte e Giove, in una dinamica dei rapporti fra i due pianeti che peggiora di figura in figura, le stelle presenti, nonché le loro fasi tolemaiche, Sirio che culmina nel luogo in cui si trovava Marte nella Sizigia primaverile e nell'Ingresso in Ariete, sono tutti elementi che rendono probabile che nella quindicina inaugurata da questo Plenilunio giungano a compimento le condizioni meteorologiche avverse promesse dalle figure precedenti.
27 aprile 2008
h. 0:00

situazione

Esaminiamo le configurazioni nei giorni a partire dal formarsi del ciclone fino al suo approdo col suo picco di forza nel distretto dell'Irrawaddy, tenendo presente che, come abbiamo visto in precedenza:
- è in atto la configurazione per diametro fra Marte e Giove con Mercurio che osserva entrambi;
- è in atto la quadratura di Venere a:
    • Marte, che costituisce un'apertura delle porte alla pioggia
   (l'aspetto si è perfezionato il 23 aprile 2008)
    • Giove, che la sovrasta (l'aspetto si è perfezionato il giorno 24 aprile 2008);
- Saturno si trova a 1°48' Vergine, sul luogo in cui si è verifica l'eclisse lunare del 28 agosto 2007 ed esattamente sull'Occaso dell'eclisse lunare del 3 marzo 2007;
- Saturno retrogradando è ritornato vicinissimo al grado in cui si trovava nell'eclisse lunare del 28 agosto 2007 (29°29'Leone).
- il moto retrogrado di Saturno è diventato stazionario (-0,01);
- alle ore 0:00 TU del 27 aprile 2008 la Luna, che è a 19°05'Capricorno, si presenta sul luogo opposto a Marte del Plenilunio precedente il ciclone, fungendo - per così dire - da primo "starter" d'innesco del ciclone;
- la Luna sta andando alla congiunzione per corpo con Giove e all'opposizione di Marte (perfezionando i rispettivi aspetti alle ore 06:01 TU e alle ore 08:36 TU), fungendo da secondo "starter";
- in questi giorni, per le fasi tolemaiche delle stelle, il Sole sorge con la malefica e perturbatrice Algol e con le umide stelle del muso e della coda dell'Ariete, anticulmina Marte con Polluce e culmina la tempestosa Altair, disponendo gli astri erranti e inerranti ad un'abbondanza di umidità e alla corruzione del tempo.

27 aprile 2008
h. 3:00

si forma il ciclone definito "depressione"

Le condizioni del tempo peggiorano, l'IMD[12] classifica il sistema come una " depressione".
- Valori in longitudine e declinazione di Luna, Giove e Marte:
Luna 20°36' Capricorno decl. -24,65
Giove 22°08' Capricorno decl. -21,64
Marte 23°20' Cancro decl. +23,31
- La Luna si separa dal trigono con Mercurio e si applica per corpo a Giove (venti) e per diametro a Marte che sono fra loro opposti.
- La Luna è in AP declinazione con Marte (scostamento 1,35)
- Saturno ha un moto giornaliero di -0,01.
27 aprile 2008
h. 12:00

"profonda depressione"

Dopo nove ore le condizioni meteorologiche subiscono un ulteriore peggioramento con rinforzi dei venti e precipitazioni in intensificazione, dando luogo a quella che l'IMD definisce una "profonda depressione", mentre il JTWC[13] classifica come un "ciclone tropicale 01B".
- Valori in longitudine e declinazione di Luna, Giove e Marte:
Luna 25°10' Capricorno decl. -23,54
Giove 22°09' Capricorno decl. -21,64
Marte 23°31' Cancro decl. +23,27
- La Luna si separa dall'opposizione di Marte per applicarsi al quadrato di Venere (apertura delle porte alla pioggia). L'aspetto si perfezionerà alle ore 14:18 TU.
- L'AP fra la Luna e Marte si fa molto preciso (scostamento 0,28).
- La Luna forma un PA declinazione con Giove (scostamento 1,90).
- Saturno ha un moto giornaliero di -0,0081.
28 aprile 2008
h. 0:00

"cyclone storm Nargis"

Il ciclone assume potenza e un nome: l'IMD lo innalza a "Cyclonic Storm Nargis" localizzandolo a circa 550 km (340 miglia) a est di Chennai in India, mentre il JTWC sancisce il suo status di "ciclone", equivalente al livello "debole" della Scala Saffir-Simpson[14].
- Valori in longitudine e declinazione di Luna, Giove e Marte:
Luna 01°18' Acquario decl. -21,82
Giove 22°10' Capricorno decl. -21,64
Marte 23°47' Cancro decl. +23,22
- Saturno ha un moto giornaliero di -0.0085.
28 aprile 2008
h. 9:00

"severe cyclonic storm"

L'IMD lo classifica come "sever cyclonic storm" e rileva la formazione di una configurazione ad occhio concentrico, che rappresenta, a differenza del resto del sistema ciclonico, una zona sgombra di nubi, con venti poco intensi in cui la temperatura è più elevata.
- Si è formato l'AP di declinazione fra Luna (-20,35) e Mercurio (19,62) che sarà esatto alle ore 12:37 TU.
- Si sta formando l'AP di declinazione tra Mercurio e Giove (-21,64).
- Saturno ha un moto giornaliero di -0.0078.
- Alle 13:41 TU si perfeziona il trigono eclittico fra Mercurio e Giove, che favorisce i venti.
Figura 8
Ultimo Quarto precedente il ciclone
28.4.2008
h. 14:12:00
Questo ultimo quarto dà l'avvio alla fase più potente del ciclone, con configurazioni via via più numerose, fino ad arrivare all'approdo sulla terra ferma. Fortissime sono le analogie e sovrapposizioni significative tra questa figura, quella dell'eclisse del 3 marzo 2007 e quella del Novilunio di Primavera.
Dominatori: Mercurio e Venere Qualità prevalenti: caldo e umido
- Si è fatto preciso l'antiparallelo di declinazione tra la Luna (-19,44) e Mercurio (19,76), che è il pianeta cui la Luna si applica dopo essersi separata dal quadrato con il Sole.
- Si presentano tutta una serie di configurazioni strettissime e rilevanti fra questa figura (UQ), le due eclissi lunari, quella solare e l'ingresso in Ariete.
- Ai cardini della figura troviamo asterismi che perturbano fortemente l'aere e rendono le precipitazioni molto abbondanti e perniciose: Antares e Rasalhague all'oroscopo, contrapposte ad Aldebaran, alle umidissime Iadi e a Rigel all'Occaso. All'Imocielo troviamo Fomalhaut, Scheat e l'umidissime stelle della Cascata d'Acqua dell'Acquario.
29 aprile 2008

"very severe cyclonic storm"

Nelle prime ore del 29 aprile, il JTW stima la portata dei venti a 160 km/h, mentre l'IDM lo classifica come "very severe ciclonic storm". Oltre al verificarsi di un'ulteriore intensificazione del ciclone, nel corso della giornata i venti virano in direzione del Myanmar, anziché, come si era ipotizzato fino ad allora, verso il sud-ovest dell'India.
- Ore 00:00 Saturno ha un moto giornaliero di -0.0067.
- Alle ore 17:09 Luna e Saturno iniziano a configurarsi per AP di declinazione.
- Alle ore 20:17 si perfeziona la quadratura Luna-Mercurio.
- Alle ore 23:47 si perfeziona anche la figura di AP fra Luna e Saturno, mentre la Luna (26°30' Acquario) si trova:
- opposta alla congiunzione Saturno-Cauda nella figura dell'Ingresso in Ariete;
- sul luogo in cui si è verificata l'eclisse lunare del 28.08.2008 che era opposta a Saturno.
- sul luogo in cui nell'eclisse lunare del 3.03.2007 c'era il dominatore, Mercurio.
1 maggio 2008
h. 15:00
Il ciclone Nargis, che stazionava sopra il Golfo del Bengala, si intensifica rapidamente fino a sviluppare un ben definito occhio del diametro di 19 km, dirigendosi verso Burma.
- Valori in longitudine e declinazione di Mercurio, Giove e Marte:
Giove 22°16' Capricorno decl. -21,63
Marte 25°39' Cancro decl. +23,83
Mercurio 27°53' Toro decl. -21,55
- Mercurio-Marte iniziano a configurarsi con PA di declinazione, essendo entrambi impetuosi e veementi.
- Giove, Marte e Mercurio sono configurati per declinazione, per longitudine e in mundo.
- Saturno ha un moto giornaliero di -0.0021.
Figura 9
Approdo del ciclone Nargis
2.5.2008
h. 12:00
Secondo la stima del JTWC, avvicinandosi alle coste di Burma, il ciclone sviluppa picchi di vento di ben 215 km/h diventando di "Categoria 4" (estreme = molto forte).
Circa alle ore 12:00 TU (18:30 ora locale) Nargis approda con il suo picco di forza nel distretto dell'Irrawaddy, nel delta dell'omonimo fiume, per poi gradualmente indebolirsi spostandosi in direzione nord-est.

Dominatori: Marte e Saturno
- Giove, Marte e Mercurio hanno sempre familiarità per declinazione, che fra Mercurio e Marte si fa molto precisa:
Giove decl. -21,63
Marte decl. +22,73
Mercurio decl. -22,00
- Venere-Saturno, in trigono eclittico e mondano, si configurano anche per PA di declinazione.
- Saturno ha un moto giornaliero di -0.0006 alle ore 12 TU, mentre alle ore 20:00 TU diventa diretto.
- La Luna si pone sul Sole dell'eclisse solare e sulla congiunzione Sole-MC dell'Ingresso in Ariete.
- Saturno si pone su Mercurio dell'eclisse solare e sul Sole e Saturno dell'eclisse lunare di agosto 2007.
3 maggio 2008 L'IMD emana il suo rapporto finale sul ciclone, che si sta dissipando velocemente. Nello stesso giorno, dopo che il ciclone è retrocesso allo status di "tempesta tropicale", il JTWC rilascia l'ultimo avviso su Nargis localizzandolo a 115 miglia marine a nord-est di Yangon.


Genesi del ciclone Nargis

Da quali figure e configurazioni trae origine e a quali va imputata l'evoluzione di tale manifestazione?
Placido Titi, nel suo commento al II libro della Tetrabiblos di Tolemeo, scrive:

Quanto alle violente calamità sono arrecate, nei giudizi delle eclissi, dalle stelle malefiche quando entrambe testimoniano i luminari; ed ancora quando nel luogo dell'eclisse o negli angoli, precedente e seguente, vi siano le più chiare tra le stelle fisse malefiche[15], quali Regolo, Antares, Sirio, Procione, Aldebaran, Orione ed altre; e soprattutto se i pianeti malefici fossero angolari. (...) Tra le calamità violente universali possiamo annoverare le guerre, i naufragi, i terremoti, gli incendi, i diluvii, le inondazioni dei fiumi; e ancora le carestie, e simili. E questi singoli eventi possono essere conosciuti dalla natura dei segni dell'eclisse, del cardine antecedente e seguente e, in parte dall'astro che predomina. Invero, i segni acquei indicano i naufragi e i diluvii, soprattutto presso il Delfino, i terrestri i terremoti, gli ignei gli incendi, gli umani le guerre, devastazioni e saccheggi, tumulti, sedizioni, epidemie, eccetera. E inoltre, Saturno tende a significare i diluvii, naufragi e terremoti, Marte le guerre e gli incendi e le devastazioni e concorre a quei terremoti che provengono dal fuoco sotterraneo. Le stelle fisse, quali Antares, l'inondazione dei fiumi e i naufragi, Regolo gli incendi. I segni del Toro, del Leone, dell'Ariete indicano terremoti, i Cani i calori intensi, le tempeste, le grandini, eccetera; le Pleiadi e le Iadi i diluvii, l'Idra, lo Scorpione, Ofiuco le epidemie (sono le immagini non i segni). E in questo modo si deve argomentare riguardo ad ogni cosa, secondo la natura delle stelle.

Dovremmo, quindi, trovare riscontro di quanto sopra esposto nella successione delle figure considerate. Esaminiamo, dunque, la seguente tabella che evidenzia l'angolarità delle stelle, l'angolarità e le testimonianze ai luminari, nonché l'angolarità e la condizione dei malefici:

Acu = Aculeus Scorpii, Ald = Aldebaran, And = galassia di Andromeda, Ant = Antares, Aqu = Aqua Aquarii,
Hya = Hyades, Fom = Fomalhaut, Lag = nebula Laguna, Ple = Pleiades, Ocu = Oculus Sagittarii,
Pol = Pollux, Pre = Praesepe, Reg = Regulus, Sir = Sirius, Spi = Spina Capricorni

Tabella 1

L'osservazione della tabella ci fornisce numerosi elementi che confermano una forte presenza di quelle angolarità e configurazioni che si riscontrano nelle calamità violente, dandoci nel contempo qualche importante elemento aggiuntivo. Scorrendo le singole colonne si rileva immediatamente quali figure sono maggiormente sollecitate in questo senso, emergendo chiaramente fra tutte la figura 1) corrispondente all'eclisse lunare del 3 marzo 2007, la figura 4) relativa al Novilunio primaverile e la figura 8) che corrisponde all'Ultimo Quarto che ha preceduto l'evento. Si rileva la presenza anche delle seguenti stelle non incluse negli elenchi citati: Fomalhaut, le stelle dell'Occhio dell'Arciere e la nebula della Laguna, tutte umidissime. Inoltre, Mercurio, in due figure "chiave", si trova con le umide e corruttive stelle della Spina del Capricorno (di natura Saturno-Giove), questo ci induce a porre particolare attenzione ad esse, riservandoci di valutare in futuro il loro effettivo coinvolgimento negli eventi calamitosi.

In tutte le figure, all'infuori dell'eclisse solare, i malefici, comprendendovi anche Mercurio, testimoniano entrambi i luminari, mentre in quella del ciclone vi è solo Marte che testimonia fortemente la Luna. Abbiamo evidenziato anche la condizione peculiare in cui i malefici si trovano: ferales, stazionari o in picco di declinazione. Si noti poi la dinamica con cui si ripropongono (con modesti scostamenti) gli stessi gradi dei cardini: nella prima eclisse lunare il Medio Cielo è a 8°43' Sagittario, nel Novilunio l'oroscopo occupa un grado vicinissimo, 5° 26' Sagittario, mentre nell'Ultimo Quarto occupa un grado ancora più prossimo, 10°11'Sagittario.

Già dalla Tabella 1 rileviamo il ruolo preponderante avuto dall'eclisse lunare del 3 marzo 2007, che consideriamo matrice principale dell'evento sia per le sue molteplici e significative affinità con le figure successive, sia perché introduce l'aspetto reciproco fra i pianeti superiori che, come ben noto, determina forti mutamenti dell'aere e i cui effetti meteorologici persistono in tutto il periodo esaminato. Nella sottostante tabella osserviamo le analogie e sovrapposizioni fra le quattro figure più significative.

Tabella 2

Tuttavia, chi scrive considera efficaci anche le rimanenti eclissi.
L'eclisse solare del 19 marzo 2007 presenta aspetti eclittici e per declinazione particolarmente precisi che coinvolgono tutti e tre i pianeti superiori, inoltre sussistono importanti contatti con la figura del ciclone:

  • la Luna dell'evento di pone sul Sole eclissato;
  • l'asse MC/IC si sovrappone al diametro fra Saturno e Marte dell'eclisse.

La successiva eclisse lunare del 28 agosto 2007 perfeziona l'aspetto sia per diametro sia per antiparallelo di declinazione tra Giove e Marte, presentando rilevanti sovrapposizioni con la figura del ciclone:

  • uno dei dominatori, Saturno, retrogradando, ritorna vicinissimo al grado che occupava in questa eclisse, opponendosi alla Luna eclissata;
  • l'Imocielo nella figura dell'evento (13°42' Acquario) va a porsi esattamente sull'oroscopo di questa eclissi lunare (13°24' Acquario).

Queste due ultime eclissi danno l'avvio ad una particolarissima familiarità che risulterà determinante per comprendere la tempistica dell'evento: quella per picco di declinazione[16]. Inoltre, Saturno nelle due eclissi del marzo 2007 ha la declinazione di Sirio e Aldebaran, mentre nel Novilunio primaverile è Marte - posto nel suo picco massimo di declinazione ed unito a Sirio - ad avere la stessa declinazione di Antares. Nell'Ingresso in Ariete, Marte e Giove si pongono come dominatori, essendo reciprocamente configurati per picco di declinazione, poi, nel Plenilunio che precede il ciclone, giunge a compimento anche l'aspetto di diametro fra i due pianeti, con Sirio che culmina in corrispondenza del luogo in cui si trovava Marte nell'Ingresso in Ariete, rendendo assai probabile il verificarsi di un evento climatico proprio in quella quindicina che inizia il 20 aprile.
Tuttavia è la figura dell'Ultimo Quarto che precede il ciclone che ben circoscrive il periodo temporale in cui l'avvenimento può verificarsi e la sua natura, e ad essa si rimanda per il necessario approfondimento. Infatti troviamo asterismi umidissimi ai cardini che si sovrappongono, seppure invertiti, com'è evidenziato nella TABELLA N. 1 e nella sottostante TABELLA N. 3, a quelli delle eclissi lunare del 3 marzo e solare del 19 marzo 2007, dando avvio così alla fase più potente dell'evento.

Tabella 3

Evoluzione delle fasi del ciclone Nargis

Quali fattori astrologici hanno determinato il suo sviluppo? Dal 27 aprile 2008, data di formazione del ciclone, fino al suo approdo sulla terra ferma, vari fattori astrologici hanno concorso a scandirne in crescendo le varie fasi, che si sono susseguite su un percorso ben delimitato e costituito dal moto di retrogradazione di Saturno che proprio il 27 aprile è diventato stazionario, riducendo il suo passo giornaliero da -0,01 fino ad arrivare a -0,0006 nel momento dell'impatto sul Myanmar, il 2 maggio. Il ciclone si è immediatamente smorzato, retrocedendo a tempesta tropicale, quando Saturno ha ripreso il moto diretto, iniziando ad allontanarsi dal luogo in cui si trovava nell'eclisse lunare del 28 agosto.

A parere di chi scrive, però, il primo innesco è stato causato il giorno 27 aprile quando la Luna si è presentata sul luogo opposto a Marte del Plenilunio precedente il ciclone, mentre qualche ora dopo è andata alla congiunzione per corpo con Giove e all'opposizione con Marte. Poi si sono susseguiti tutta una serie di aspetti per declinazione che hanno coinvolto reciprocamente e in crescendo vari pianeti, come si evidenzia meglio nel tabellone relativo al riepilogo delle figure.

Dal 1° maggio, Giove, Marte e Mercurio sono configurati per picco di declinazione, in longitudine e "in mundo", ma il 2 maggio, giorno dell'evento, diventa molto precisa la familiarità per antiscia fra Marte e Mercurio. Nel frattempo, Venere e Saturno che sono in trigono eclittico e mondano, iniziano a configurarsi anche per parallelo di declinazione, mentre Saturno che, come abbiamo visto, ha un moto giornaliero prossimo allo zero, si pone su Mercurio dell'eclisse solare e sulla congiunzione Sole-Saturno della seconda eclisse lunare.

Individuazione del momento preciso dell'impatto

Quali fattori astrologici hanno determinato il momento del suo approdo distruttivo sulla terra ferma? Alle 10:53 TU del 2 maggio 2008, la Luna entra a 0° di Ariete: sul Sole e sul Medio Cielo dell'Ingresso in Ariete e sul Sole eclissato del 19 marzo 2007. Sorge il XXIX grado della Bilancia con la tempestosa Arturo e con sorte violenta del Furto; culmina il XXVIII grado del Cancro assieme a Marte, alla marziana Polluce, a Procione e ad Ananke. Tramonta la nebula di Andromeda e anticulmina la tempestosa Altair. Il grado che sorge va a porsi sull'Occaso dell'eclisse solare del 19 marzo 2007.
Cinque minuti dopo, alle 11:58:07 TU culminano 13°24' Leone che costituisce il grado preciso che tramonta nell'eclisse lunare del 28 agosto 2007: questa potrebbe essere l'ora effettiva in cui Nargis si è abbattuto sulla foce dell'Irrawaddy, con un anticipo su quella ufficiale di soli 1'53". Mantenendo però le ore 12:00 TU, visto che la differenza è irrilevante, notiamo che i punti più sensibili di questa figura sono costituiti da Saturno, dalla Luna e dai cardini. Saturno dell'evento si pone sull'oroscopo dell'eclisse lunare del 3 febbraio, su Mercurio dell'eclisse solare del 19 marzo, all'opposizione della congiunzione Luna eclissata-Saturno dell'eclisse lunare del 28 agosto. La Luna dell'evento, invece, si pone sul Sole eclissato della figura del 19 marzo e sulla congiunzione Sole-MC dell'ingresso in Ariete. L'asse MC/IC nella figura del ciclone si situa sull'opposizione Saturno/Marte dell'eclissi di Sole e sull'asse OCC/HOR della seconda eclisse lunare considerata.
Ali ibn Ridwân, nel commento al Quadripartito tolemaico, scrive che le intensificazioni giornaliere delle qualità dell'eclisse vengono a compimento soprattutto quando le più brillanti ed efficaci tra le stelle inerranti compiono apparizioni rispetto al Sole, giacché allora sogliono convertire le condizioni particolari del tempo in accordo alla loro natura. Aggiunge che ciò avviene inoltre quando i luminari transitano in uno degli angoli. Il giorno precedente all'evento Sirio è al suo ultimo sorgere vespertino e nel momento in cui il ciclone si è abbattuto, il Sole transita sull'angolo occiduo.

Individuazione della zona colpita dall'evento

È possibile prevedere quale sarà la zona maggiormente colpita dall'evento? Abbiamo cercato dunque di dare una risposta al "perché" e al "quando" si è verificato il ciclone, ora resta da ricercare il "dove" che costituisce uno dei problemi più ardui da risolvere nella ricerca astrologica.

In verità, Tolemeo ci dà delle indicazioni basate sulla familiarità delle regioni con la triplicità dei segni, tuttavia, sia perché la corografia tolemaica si basava sulle caratteristiche morali dei popoli piuttosto che sui luoghi, sia perché era circoscritta ai Paesi allora conosciuti, e quindi molto limitata, oggi risulta pressoché inutilizzabile. Quindi, come già è stato fatto da Daniele Ferrero e da chi scrive nella ricerca sull'Inverno freddo del 1956 e da Marco Fumagalli ne Il terremoto del Sichuan orientale, si cercherà una soluzione al problema con l'ausilio della tecnica astrocartografica, applicata alle figure analizzate sia singolarmente, sia nel loro divenire.

Cartina astrocartografica A: Eclisse di Luna 3 marzo 2007.
Nella cartina astrocartografica, le linea del sorgere del dominatore, Mercurio, e quella del tramontare di Saturno, passano sulla parte occidentale del Golfo del Bengala, sul luogo dove il 27 e 28 aprile 2008 si è originata quella profonda depressione che, dirigendosi in direzione nord-nordest, darà luogo al ciclone. Contemporaneamente sul Myanmar passano le linee di culminazione di Antares e di anticulminazione di Aldebaran e delle Iadi (Ain). Si noti la linea del sorgere di Marte, che attraversa la penisola indiana interessata, nei giorni precedenti il ciclone, da un'area di alta pressione che ha causato un'ondata di caldo anomalo.

Cartina astrocartografica B: Novilunio Primaverile.
La cartina astrocartografica evidenzia una zona fortemente attiva sul Golfo del Bengala Si osservi in particolare la linea di culminazione di Saturno che corre parallela a quella di anticulminazione di Fomalhaut, che incrociano la linea del tramontare delle Pleiadi (Alcione). Le linee di anticulminazione dei luminari e dell'Acqua dell'Acquario delimitano ad est l'area interessata dal ciclone.

L'analogia che ne emerge con la carta delle fasi del ciclone Nargis è significativa per rendersi conto come, ad esempio, in una Sizigia Novilunica precedente l'Ingresso in Ariete, l'astrocartografia possa cogliere le zone più sensibili o a rischio, che andranno poi approfondite con l'analisi astrologica di tutte le figure coinvolte nell'evento.

Cartina astrocartografica C: Novilunio precedente il ciclone.
La linea retta di culminazione delle stelle dell'Acqua dell'Acquario passa sulle coste del Myanmar. Se si sovrappongono le cartine, questa linea:
- interseca quella di Regulus dell'eclisse lunare del 3 marzo 2007,
- incrocia le linee del tramontare delle Iadi (Ain), di Aldebaran e di Antares nella cartina dell'Ultimo Quarto.

Cartina astrocartografica D: Ultimo Quarto precedente il ciclone
Nella carta astrocartografica redatta per l'Ultimo Quarto le linee del tramontare delle Iadi (Ain), di Aldebaran e di Antares, passano sopra la foce dell'Irrawaddy.
Se sovrapponiamo questa cartina a quella della prima eclisse lunare osserviamo che le linee di queste stelle si incrociano proprio sulla zona colpita dal ciclone.
Vediamo, inoltre, come le cartine della prima eclisse lunare, del Novilunio che precede l'ingresso in Ariete e del Novilunio precedente il ciclone sono quelle che presentano le linee relative a stelle e pianeti entro un'area che va dall'Oceano Indiano, dove si è originato il ciclone, fino al confine alla Cambogia. Mentre la figura dell'Ultimo Quarto ben circoscrive l'area colpita dalla furia di Nargis, con le stelle dell'Acqua dell'Acquario che la delimitano ad oriente.

Come si è potuto vedere, la tecnica astrocartografica, se unita ad un'approfondita analisi astrologica classica, risulta soddisfacente per individuare i luoghi maggiormente a rischio. Purtroppo al momento non vi sono software che rendano possibile la sovrapposizione delle diverse e successive figure dell'evento, al fine di consentire di visualizzare, per così dire, una situazione dinamica - data da un accumulo per sovrapposizione delle linee - che circoscriverebbe ulteriormente il territorio.

Note conclusive

Dal punto di vista astrologico, il periodo esaminato è contraddistinto dall'azione dovuta ai forti aspetti fra pianeti superiori di natura contraria, che hanno determinato importanti mutamenti delle condizioni atmosferiche, i quali tuttavia hanno agito e danneggiato quando sono entrati in contatto per aspetto o declinazione, o ambedue, con la Luna e i pianeti veloci, particolarmente i due pianeti della pioggia: Venere e Mercurio[17]. Infatti questi ultimi, non a caso, hanno preso il dominio della figura dell'Ultimo Quarto precedente il ciclone e hanno grande rilevanza in quella del ciclone stesso, in cui la loro natura è commista a quella dei malefici e si associano al dominio. Tuttavia, la causa prima e più potente che ha originato l'evento catastrofico è stata prodotta dall'eclisse lunare del 3 marzo 2007, di per sé fortemente corruttiva in quanto Mercurio, dominus del luogo dell'eclisse, è configurato solo alla Luna e a Saturno, è visibile e retrogrado, e si trova con la Spina del Capricorno. La presenza in questa eclisse del trigono applicante tra Giove e Saturno, entrambi familiari ai luminari, fa sì che essi producano manifestamente i loro effetti nel periodo in cui risulterà attiva.
Quest'ultima considerazione, relativa all'importanza dei rapporti reciproci precisi fra i pianeti superiori che si sono formati nel momento delle eclissi, i cui effetti giungeranno a manifestazione richiamati dalle successive figure, ritengo sia valida anche per le altre due eclissi, e in particolar modo per la seconda eclisse lunare, in quanto:

  • nell'eclisse di Sole del 19 marzo 2007 - dove, dei pianeti superiori, solo Giove ha familiarità con i luminari - è la volta di Marte ad applicarsi con diametro a Saturno e con esagono a Giove, e Giove e Saturno sono in trigono perfetto;
  • nell'eclisse di Luna del 28 agosto 2007 si è perfezionato il diametro fra Marte e Giove, che si pongono al quadrato dei luminari, inoltre l'aspetto è ribadito dall'esatta controantiscia per picco di declinazione fra gli stessi pianeti.

Tuttavia il destino del Myanmar si è giocato durante il moto retrogrado di Saturno che, quando è diventato diretto, ha placato immediatamente la sua azione distruttiva. A questo si è aggiunto il contemporaneo, straordinario e potentissimo accumulo di aspetti per picco di declinazione, in particolare fra Giove, Marte e Mercurio, già reciprocamente configurati per longitudine e in mundo. Nel momento dell'impatto l'antiscia tra i malefici Marte e Mercurio diventa precisissima, mentre Saturno e Venere si configurano anche per declinazione.

A conclusione di questo lavoro, ritengo opportuno riportare questo testo molto bello di Antoine de Villon che illustra il concetto di influsso delle eclissi[18]:

«Ci resta ora da risolvere una difficoltà, che a prima vista pare contraddire la verità dell'influsso delle eclissi. Come è possibile, potrebbe dire qualcuno, che gli effetti di un'eclisse rimangano nascosti un anno intero, e come si può concepire che una causa non operi punto quand'essa è e sussiste, e che agisca e mostri i suoi effetti quando, di fatto, non è più? Al che io rispondo che le eclissi non producono immediatamente gli effetti che vediamo apparire qualche tempo dopo, ma certe qualità, per mezzo delle quali esse agiscono su questo basso mondo e causano tante sventure nei corpi inferiori. Ciò è dovuto al fatto che queste qualità, trovando delle disposizioni contrarie nei soggetti nei quali esse si producono a cause dell'eclisse, richiedono del tempo per scacciarle ed eseguire più facilmente ciò che è nella loro natura. Ne consegue che è falso quanto ci viene opposto: ovvero che le eclissi non agiscono quando avvengono ma quando non ci sono più, visto che esse producono delle qualità che anche dopo la loro cessazione combattono in modo non percepibile i nostri corpi, affliggendone e infettandone il temperamento in modo tale che spesso ne consegue la loro totale rovina».




[1]  Andrea Giuliacci, I protagonisti del clima, Milano 2002.

[2]  Giuliano Ristori, Lectura super Ptolomæi Quadripartitum, Libro II, nella traduzione sintetica di Daniele Ferrero, dal cap. 4 al cap.13.

[3]  Cfr. Phôs n. 17, pag 18, n. 31.

[4]  Tolemeo divide l’emisfero superiore in tre parti della durata di quattro ore/mesi ciascuna.

[5]  Rosalba Signorello, nel suo studio Le eclissi di Sole e il tempo degli eventi, Phôs n. 16, giugno 2008, ha inteso confermare la possibilità di datare l’evento in base al principio tolemaico della distanza oraria dal Sole, però su una diversa base temporale, proponendo un limite di quattro anni, fondato sul ciclo quaternario delle stagioni.

[6]  Ossia dalla fase (1) alla fase (3).

[7]  Marco Fumagalli, ne Il Terremoto del Sichuan orientale, Phôs n. 17, dicembre 2008, ¶ La vita delle eclissi, ha considerato l’oscuramento come un fattore riduttivo della vita massima di un’eclisse. Nel senso che, intendendo per vita massima quella di un’eclisse con un oscuramento del 100%, ne consegue che a fronte di un minor oscuramento la durata sarà proporzionalmente ridotta.

[8]  Per “eclisse significativamente richiamata” si intende quella eclisse che sarà seguita da una serie di figure successive, domificate per lo stesso luogo, che riproporranno determinate configurazioni, o delle angolarità di astri e di stelle, o delle sovrapposizioni dei cardini, in analogia con l’eclisse stessa.

[9]  Si stima che nella città siano morte almeno 10.000 persone durante il ciclone Nargis.

[10]  Ayeyarwad Division, o Irrawaddy.

[11]  Gli astri della pioggia sono Luna, Venere e Mercurio, mentre i segni della pioggia sono i segni acquei, ovvero il Cancro, lo Scorpione e i Pesci.

[12]  India Meteorological Department (IDM)

[13]  Join Typhoon Warning Center (JTWC)

[14]  È un sistema di misurazione dell’intensità dei cicloni tropicali – messa a punto nel 1969 dai due scienziati statunitensi Herbert Saffir e Robert Simpson – che, articolata in cinque categorie in dipendenza della velocità del vento, fornisce una misura empirica dell’intensità dei danni che possono essere provocati dallo scatenarsi di un ciclone. Vengono considerati cicloni tropicali i fenomeni in cui la velocità del vento supera i 33 m/s, ossia circa 120 km/h; al di sotto di questo valore vengono considerati tempeste tropicali o depressioni tropicali. Al di sotto dei 120 Km/h, spesso, i venti vengono valutati usando le 12 categorie della scala Beaufort, una misura empirica dell’intensità del vento basata sullo stato del mare aperto, o le condizioni delle onde.

[15]  Le stelle connesse alle calamità sono alcune nebule, quali le Pleiadi, il Praesepe, l’aculeo dello Scorpione, la Chioma di Berenice, l’Acqua dell’Acquario, e alcune stelle violente come Aldebaran, Antares, Polluce, Sirio. Placido vi aggiunge Procione e Orione. In particolare quelle connesse ai diluvi sono le Pleiadi e le Iadi. Inoltre, per Tolemeo, le costellazioni con declinazione settentrionale indicano i terremoti, quelle meridionali abbondanza di piogge e temporali.

[16]  Una familiarità molto importante, nella sfera celeste, è quella che unisce due astri che hanno la stessa distanza dall’equatore, dalla stessa parte o da quella opposta (paralleli e antiparalleli di declinazione, oppure antiscia e controantiscia). Generalmente le orbite considerate giungono fino a 2° per i luminari, ma si riducono a 1°30’ fra un luminare e un pianeta, e a 1° tra i pianeti. Tuttavia nel caso di pianeti che si trovino ad un’elevata distanza dall’equatore, dunque con un valore elevato di declinazione, i pianeti si possono considerare sempre in relazione tra loro per la condizione eccezionale in cui si trovano e che crea una reciproca familiarità. Questa grande distanza rispetto all’equatore conferisce ai malefici una particolare forza corruttiva che determina un effetto distruttivo o comunque anomalo.

[17]  J. Glogowczyk nel Tractatus preclarissimus in iudiciis astrorum de mutatione aeris…, Capitolo 32 In quali anni accadono terremoti, inondazioni e diluvi, scrive: «Dice Bonati che i diluvi sono significati dalla presenza dei pianeti superiori con la testimonianza di Venere e Mercurio in segni acquei, soprattutto il Cancro».

[18]  Antoine de Villon , L’usage des ephemerides..., Capitolo II
.





Bibliografia


I testi contrassegnati con l’asterisco (*) sono stati consultati
nelle traduzioni, inedite, di Giuseppe Bezza.

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  • Arcana Mundi. Antologia del pensiero astrologico antico, Milano 1993.
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  • A. Giuliacci, I protagonisti del clima, Milano 2002.
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  • ‘Alî ibn Ridwân, * Liber quadripartiti Ptholemei, idest quatuor tractatuum; in radicanti discretione per stellas de futuris et in hoc mundo constructionis et destructionis contingentibus cum commento Haly Heben Rodan, Venetiis per Bonetum Locatellum, impensis nobilis Octaviani Scoti civis Modoetiensis, 1493.
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  • R. Signorello, Le eclissi di sole e il tempo degli eventi, «Phôs» n. 16, 6.2008.
  • Placido Titi, Ephemeridum cælestium motuum. Ab initio Anni 1661 usque ad totum 1665 iuxta Hypoteses Philippi Lansbergi... D. Placidi de Titis Perusini Olivetani in Almo Ticinensi Gymnasio Matheseos interpretis, Ticini Regii 1661.
    De diebus decretoriis et aegrorum decubitu ad iuvandam praeclaram Artis Medicae Professionem..., ex officina Ioannis Ghidini, Ticini Regii 1665.
    * Libro II, cap. 1.
  • Claudio Tolemeo, * Tetrabiblos, libro II.
  • Antoine de Villon, L’usage des Ephemerides, avec la methode de dresser et corriger toutes sortes de Figures coelestes, et iuger par le moyen d’icelles des diverses constitutions des Temps et Saisons de l’Annee et de toutes les autres choses qui en dependent, comme sont Guerres, Pestes, Famines, Mortalitez et autres. Et encore de tous les Accidents qui peuvent arriver aux Hommes, tant à raison du Corps que de l’Esprit. Le Tout sans preiudice de la liberté, conformement aux Constitutions de l’Eglise Catholique, Apostolique et Romaine, Paris 1634.

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G. Bezza, M. Fumagalli, Fondamenti astronomici e nozioni elementari di astrologia classica, Scuola di Astrologia Classica, Milano 2000 (corso html, per posta elettronica).