Abû Ma'shar

Le rivoluzioni delle natività.

traduzione di Giuseppe Bezza (Arcana Mundi, p. 1023 ss.).

Ja'far ibn Muhammad Abû Ma'shar al-Balhî, noto nel nostro Medioevo come Albumasar e ai bizantini come Apomasar e Apomasarês, nacque il 786 o 787 a Balkh, nella Coresmia orientale (ora Afghanistan settentrionale) e morì centenario nel 886. Dice di lui Ibn al-Qiftî che era il sommo maestro sull'influsso delle stelle in tutti i paesi dell'Islam. Nella sua Grande introduzione alla scienza dell'astrologia (Mudkhal al-kabîr), Albumasar giustifica i principi della sua scienza secondo la filosofia della natura aristotelica. A questo proposito, e sulla ricezione dell'astrologia di Albumasar nel medioevo latino, si veda R. Lemay, Abû Ma'shar and Latin Aristotelianism in the twelfth Century, Beirut 1962. Al contrario, D. Pingree, nel suo articolo su Abû Ma'shar nel Dictionary of Scientific Biography, New York, I, pp. 32-39, sostiene che la sua conoscenza della physica, del de cælo, del de generatione et corruptione, dei meteorologica aristotelici non provengono da una lettura delle traduzioni arabe, ma dalla mediazione culturale dei Sabei di Harrân. Egli si fonderebbe quindi su basi comuni a quelle dell'ermetismo.

Diamo qui la traduzione del primo libro sulle rivoluzioni degli anni delle natività, che espone i principi sui quali si fonda la procedura della rivoluzione degli anni. Sulle rivoluzioni degli anni il Kitâb tahâwil sinî al-mawalîd (Libro sulle conversioni degli anni delle natività) costituisce, a partire dal medioevo, il testo di riferimento obbligato. Quest'opera, che ci è stata conservata nell'originale arabo, fu tradotta in greco nel X secolo; di questa traduzione, che appare un fedele calco dell'originale, ci sono rimasti i primi cinque libri. L'edizione di riferimento è il testo greco edito da D. Pingree, Albumasaris de revolutionibus nativitatum, Lipsiæ 1968, pp. 4-60. L'opera fu tradotta in latino nel medioevo e editata da Hieronimus Wolf nel XVI secolo, che la pose sotto il nome di Hermes philosophus: Hermetis philosophi, de revolutionibus nativitatum, incerto interprete, in: In Claudii Ptolemæi Quadripartitum enarrator ignoti nominis, quem tamen Proclum fuisse quidam existimant, Basileæ 1559 (pp. 211-279). Fu quindi ripresa parzialmente da diversi astrologi, fra i quali in particolare si deve citare Francesco Giuntini che, nel suo De revolutionibus nativitatum, ne pubblicò ampi stralci: cf. Speculum astrologiæ, Lugduni 1581, I, pp. 1009-1132.

Nota: sono segnalate nel testo le principali varianti: quelle della versione latina di Wolf e quelle del testo stabilito dal cardinale Isidoro di Kiev. A queste sono state notate le diverse lectiones, limitatamente al libro secondo, che si possono leggere in Alî ibn Abî al-Rijâl. Sigle delle varianti: Abenr.: Preclarissimus liber completus in iudiciis astrorum quem edidit Albohazen Haly filius Abenragel..., Venetiis 1523; Isid.: recensio Cardinalis Isidori a D. Pingree in calce adnotata; vl.: versio latina a H. Wolf edita.




LIBRO PRIMO

1,1. Della conversione degli anni.
  Stando il Sole in un dato luogo al tempo della nascita e muovendosi lungo lo zodiaco ed avendo attraversato 360 gradi ed essendo ritornato alla primitiva posizione dopo 365 giorni ed una frazione, si compie per il nativo un anno ed un altro anno ha inizio. Al secondo ritorno periodico ha inizio il terzo anno e così di seguito. Occorre quindi, nell'alternarsi dell'anno, erigere l'oroscopo, computare i dodici luoghi e stabilire le posizioni delle stelle. Ora, se l'oroscopo e le stelle radicali mostrano il primo anno, il secondo luogo significherà il secondo anno, il terzo il terzo, il quarto il quarto e così di seguito. Inoltre, mutando il segno della conversione annua, come pure l'oroscopo della conversione e i luoghi delle stelle, in virtù di queste mutazioni provengono i vari accidenti che accadono agli uomini.

1,2. Contro coloro che non accettano l'anno e definizione dell'anno, dei mesi e dei giorni.
  Alcuni hanno confuso le argomentazioni degli antichi riguardo l'anno solare. Affermano: per quale ragione hanno gli antichi definito l'anno per il moto del Sole e per il suo ritorno periodico e non per il diametro o per un qualche altro luogo? Ancora: se l'anno ha dodici mesi, perché hanno assunto unicamente il Sole nell'alternarsi degli anni e non il ritorno periodico della Luna, che impiega dodici rivoluzioni a ritornare al proprio luogo radicale? Si deve a costoro rispondere che l'anno si divide in quattro tempi: primavera, estate, autunno, inverno. Una volta compiuti questi tempi, l'anno ritorna alla sua disposizione primitiva e se alcuno di questi tempi viene a mancare, anche l'anno è incompiuto. Invero le stagioni si compiono per il moto del Sole nei dodici segni e quando il Sole ritorna al suo luogo, ritornano anche le stagioni. E ciò si produce anche nel secondo ritorno, ma nel ritorno della Luna o di un'altra stella ciò non si produce e non ritorna il tempo. Per questo motivo l'anno è stato definito dal moto del Sole e dal suo ritorno periodico. Ed i quattro tempi sono parti dell'anno e i dodici mesi si ripartiscono nei dodici segni. In seguito, poiché l'anno si divide in quattro tempi, ciascun tempo ha un inizio, una parte mediana e una fine e a ciascun tempo appartengono tre segni, che moltiplicati per quattro producono dodici. Inoltre, giacché in ogni anno il Sole percorre 360 gradi, questi, divisi per dodici, producono 30 e pertanto il mese solare si compone di gradi 30. Diciamo pertanto che il Sole, quando principia a muoversi da un qualche luogo e percorre 2' 30", compie un'ora, quando percorre un grado compie un giorno e gradi 30 un mese e gradi 360 un anno. Vi sono nondimeno ore e giorni e mesi che divergono da altre ore e giorni e mesi per la diversità del moto del Sole.

1,3. Contro coloro che confutano la conversione annua.
  Alcuni fra coloro che confutano l'astronomia sostengono che nella conversione degli anni non vi è utilità e cercano di dimostrarlo mediante due argomentazioni. Primo: giacché le geniture e l'oroscopo di natività mostrano ciò che avviene agli uomini (
1) ne consegue che l'osservazione della conversione degli anni è inutile. Secondo: affermano che il significato della natività è più fortedi quello della rivoluzione degli anni; pertanto, se una stella mostra nella natività che il tal uomo soggiacerà ad un climacterio in un dato anno e se, alla conversione di quell'anno, quella medesima stella non mostra l'evento, il climacterio sarà differito o no? Ora, se si afferma che verrà differito, viene contraddetta l'opinione secondo la quale il significato della genitura è più forte di quello della rivoluzione degli anni; e se si afferma che non sarà differito, è come asserire semplicemente che l'osservazione della conversione degli anni è superflua. Confuteremo questa opinione con tre dimostrazioni.
  Primo: non congetturiamo un evento futuro da una sola disposizione di una stella, ma da due o più. Se in natività una stella significa come sarà un dato anno, dobbiamo conoscere anche la disposizione di quella stella in quell'anno, onde riconoscere con esattezza la sostanza di quell'evento. Secondo: se non v'è dubbio che una stella significa in natività qualcosa di bene o di male, non è tuttavia possibile conoscere, in base alla natività, l'esatta qualità e quantità. Vi è infatti il grande bene e il medio e il minore, similmente del male e di entrambi si conoscerà la forza e la debolezza solo sulla base dell'osservazione della stella al momento della conversione annua. [Secondo:] ora, se la disposizione di quella stella fosse buona sia nel tempo iniziale, sia in quello successivo, quel bene che significa sarà grandissimo. Se al contrario la disposizione iniziale discordasse con quella del tempo successivo, quel bene sarà assai piccolo. Ora, se una stella indicasse in natività un qualche bene al nativo ed in quell'anno nessun bene fosse segnalato, il bene non sarà del tutto assente, ma sarà assai piccolo, giacché il significato di natività non viene cancellato dalla conversione degli anni, ma mostrerà, al contrario, l'energia di quella medesima stella. D'altro canto, se le stelle non presentassero nei vari momenti diverse disposizioni, non potremmo servirci delle conversioni degli anni. Terzo: le stelle significano le cose passate, le presenti e le future. Le cose presenti sono da esse significate nel tempo presente, mentre le passate ele future sono significate dalla commistione del presente con il passato ed il futuro. Paragonando questi tempi fra loro, noi congetturiamo con esattezza degli eventi, sicché non ci appare superflua la conversione degli anni.
  Altri ancora confutano la conversione annua e affermano che per conoscere gli anni in cui avviene congiun zione ed incontro delle stelle significatrici e dei luoghi ai benefici e ai malefici si ha da compiere la direzione loro a partire dalla natività, sicché la rivoluzione annua non ha senso. Ma le loro confutazioni vacillano: essi combinano le posizioni delle stelle radicali con quelle dei tempi successivi e tralasciano tutte le altre, quasi avessero un'indole spossata. Ora, giacché la direzione delle stelle radicali perviene in un dato anno ad un qualche significato, occorre anche conoscere qual è la natura dell'anno e stimare le sue figure unitamente a quelle della genitura. Se infatti tu conoscessi le disposizioni delle stelle al momento iniziale e non conoscessi le disposizioni loro nella conversione annua, non potresti giudicare con precisione dei loro significati. E' pertanto necessario conoscere le disposizioni delle stelle al momento della conversione annua e e giudicarle congiuntamente al tema di natività onde poter esprimere giudizi precisi.
  Un'altra obiezione viene sollevata: nella rivoluzione degli anni si considera il segno ove giunge l'anno (
2), ma non è possibile pronunciare giudizi sulla base dell'oroscopo dell'anno (3). Se invero si calcolasse la genitura di un tale da una tabella e si determinasse in seguito la conversione annua da un'altra tabella, ne risulterebbe una grande differenza riguardo al grado dell'oroscopo, sovente riguardo anche al segno che sorge e al giorno stesso. Ora, discordando tra loro le tabelle, ne consegue che non vi è precisione e pertanto la conversione degli anni non può essere determinata. Ma costoro danno prova di mancare di raziocinio in questa argomentazione. E noi diciamo che chiunque confuta l'oroscopo della conversione annua ignora e l'inizio e la fine dell'anno e di conseguenza l'anno medesimo. Questa è invero la cosa più assurda: il termine dell'anno e l'inizio del nuovo anno è reso manifesto dal ritorno periodico del Sole al proprio luogo e se ciò può essere conosciuto, anche l'oroscopo della conversione annua può essere conosciuto. E' pur vero che le diverse tabelle differiscono tra loro, giacché in diverso modo assumono il corso annuo del Sole, così come le tavole perpetue differiscono da quelle di Tolemeo ed altre da altre e da qui insorge una diversità riguardo ai moti medi e ai moti anomali. Occorre pertanto calcolare gli oroscopi degli anni in virtù dei moti medi del Sole sui quali è stata computata la figura iniziale ed in tal modo non vi sarà discordanza.
  Invero, preciso è l'oroscopo dell'anno assunto in virtù del moto annuo del Sole quale fu determinato da Tolemeo mediante osservazione e che egli medesimo menzionò nei canoni dell'Almagesto, ove il ritorno periodico del Sole viene determinato in 365 giorni e un quarto meno la trecentesima parte del giorno.

1,4. In quale misura gli antichi si servivano delle conversioni annue.
  È manifesta la giustezza della diagnosi degli accadimenti umani in virtù delle diverse disposizioni delle conversioni annue. Tutti i popoli, i Babilonesi, i Persiani, gli In diani e gli Egizi, sia i loro sovrani, sia i comuni individui, non intraprendevano cosa alcuna prima di aver consultato la conversione annua delle loro natività. E se trovavano che il tempo era favorevole, si mettevano all'opera, ma in caso contrario si astenevano. Quanto ai sovrani, esaminavano le natività dei loro generali e ne consideravano le conversioni degli anni. Se vedevano che per alcuno di loro vi era un significato di potenza, di gloria e di vittoria, li inviavano contro i nemici, in caso contrario li lasciavano da parte. E non consideravano soltanto le natività dei generali, ma anche quelle degli ambasciatori, onde conoscere se il loro anniversario presagiva un felice esito. Se questo era il caso, li inviavano, altrimenti procedevano ad altre nomine, rivolgendosi a uomini la cui conversione annua presagiva successo. Allo stesso modo i sovrani osservavano gli impedimenti e gli ostacoli in una data faccenda, al fine di evitare di intraprenderla. Ed ancora, ogni individuo sceglieva, in base alle conversioni degli anni, le medeicine a lui utili e gli alimenti e le bevande; e valutava le vendite, gli acquisti ed ogni sua iniziativa, servendosene, e trascurando ciò che in quell'anno sarebbe risultato nocivo. Invero, essi consideravano ogni cosa sia in virtù della loro genitura, sia di quelle altrui. E gli uomini che in tendevano procreare non osservavano soltanto le proprie rivoluzioni annue, ma anche quelle delle loro donne; se entrambe indicavano procreazione si univano, altrimenti altre ne cercavano, la cui figura presagiva il parto. E' pertanto cosa utile e vantaggiosa conoscere la conversione degli anni.

1,5. Di ciò che deve essere registrato nella conversione degli anni e del suo ordinamento.
  Se vuoi compiere la figura della conversione degli anni con quanto deve esservi iscritto e vuoi che sia compiuta, disegna una figura circolare o quadrata e dividila in dodici sezioni, come è appunto l'uso del nostro tempo. In seguito devi conoscere l'oroscopo dell'anno in gradi e in minuti e descrivere in successione ordinata le dodici case con i loro gradi e minuti. Questo devi compiere mediante le ore temporali e le ascensioni rette. Iscriverai poi in questa figura i luoghi delle stelle al tempo della conversione annua e le loro esaltazioni e depressioni, le loro retrogradazioni, le loro radiazioni, i loro dodecatemori, come pure i dodecatemori dei gradi delle case, e le sorti e caput e cauda. Tutto ciò iscriverai all'interno delle loro case rispettive. Iscriverai in seguito in questa figura le stelle radicali secondo le loro posizioni, le loro radiazioni, i loro dodecatemori ed ancora i dodecatemori delle case e le sorti e caput e cauda. Poscia noterai il luogo dell'oroscopo radicale ed il luogo ove esso giunge a partire dalla sorte di di fortuna della natività e i luoghi ove giun ge la conversione annua a partire dai luoghi più autorevoli del momento iniziale. In seguito si deve registrare il luogo ove giunge la divisione e il divisore ed inoltre il suddivisore e il signore della fardaria e il suo partecipante ed il signore dell'orbe, cuascuno di essi secondo il suo segno. Ese nel grado del culmine o unita ai due luminari o ad un pianeta o ad un angolo vi fosse una stella inerrante, anche questa registrerai.
  Quando avrai compiuto tutto ciò, avrai nella tua figura quattordici pianeti, due caput e due cauda e le radiazioni della genitura e le radiazioni del tempo successivo in 96 luoghi e i dodecatemori dei luoghi e degli astri in 38 luoghi ed inoltre le sorti, quante tu ne desideri, molte o poche. E se tu vuoi registrare gli astri in date case ed in una sola casa hai molti astri, devi iscrivere dapprima l'astro che ha pochi gradi e per ultimo quello che ne ha molti. Allo stesso modo devi operare riguardo ai raggi, alle sorti e ai dodecatemori. Quando avrai compiuto ciò, avrai portato a termine l'erezione della figura della conversione annua.

1,6. Dell'oroscopo dell'anno e della disposizione delle stelle nella conversione annua.
  Quando compi il tema della conversione degli anni guarda all'oroscopo ed osserva a quale luogo corrisponde della figura natale: a un cardine, a un luogo succedente o cadente; e se ivi si trovava, al tempo della natività, un qualche astro, e quali raggi e quali sorti e quali dodecatemori, e se vi è un astro che l'osserva nei due tempi, e quali sono i suoi dominatori, e in quale luogo si trovano rispetto a lui, e se si trovano in luoghi propri o alieni, e se quell'astro ha uno o due domicili, e se ne possiede due, se osserva uno solo o entrambi, e se ne ha uno solo, se l'osserva o no. Ed ancora: se ha moto diretto o retrogrado, se è in vigore o ha debolezza, se è nel suo apogeo o perigeo, e qual è la sua larghezza, e se è nella sua elevazione o depressione.
  Devi poi osservare se gli astri sono l'uno verso l'altro cadenti o se si osservano ed i loro raggi a partire dal settimo giorno e le loro congiunzioni e le loro mutue ricezioni e quali astri li coadiuvano o li danneggiano, quali sono loro contrari e quali hanno amicizia e le commistioni che mostrano vicendevolmente e quali hanno la medesima fazione, quale contraria ed i loro dodecatemori.
  Devi poi considerare dove giunge ciascun astro nelle conversioni degli anni secondo la progressione duodecimale: se giunge al luogo di un astro radicale o al luogo di un astro al tempo della conversione, ed allo stesso modo devi considerare il sopraggiungere loro nel corso dei mesi.
  Devi infine considerare le configurazioni degli astri rispetto al Sole, intendo in particolare il loro essere mattutini o vespertini o nel cuore o combusti ed il loro essere liberi dalla luce del Sole ed ogni altra loro passione. E queste cose devi osservare sia al tempo della natività, sia al tempo successivo. Sovente accade che un pianeta osserva in genitura un luogo od un astro a sè amico o contrario e nella conversione annua appare altrimenti. Per ciò devi rivolgere la tua attenzione alla sua disposizione e alle sue configurazioni in entrambi i tempi, giacché diverso sarà il suo significato.

1,7. Della distinzione delle età.
  Nelle conversioni degli anni occorre innanzitutto distinguere l'età del nativo: se è fanciullo o adolescente, se è di età media, attempato o vecchio. Invero, ciascuno dei sette astri ha un significato naturale rispetto a ciascuna età, sicché il medesimo astro non viene considerato sempre nel medesimo modo nelle conversioni degli anni. Ciascuno dei sette astri ha un significato naturale riguardo a ciascuna età e nelle conversioni annue non viene assunto nel medesimo modo. Invero, pur se una qualche stella significasse ad un bimbo il matrimonio o il procreare o lo sforzo di accumulare ricchezze o l'acquisizione di beni o l'espatrio o l'intraprendere questioni difficili o comunque cose a lui impossibili, non potrà egli, per la delicatezza e la debolezza della sua natura, ed inoltre per la sua ignoranza, accogliere le operazioni delle stelle, non avendo il vigore che hanno i giovani, né il senno e la capacità di disporre. Allo stesso modo diciamo del vecchio, se le stelle gli significassero la procreazione o qualche altra cosa che non ha capacità di compiere. Per questo è necessario conoscere l'età del nativo, affinché gli eventi futuri siano ad essa conformi. Alcuni confutarono questo ragionamento e dissero: abbiamo veduto l'infante e il bimbo presi in matrimonio e giungere loro dignità, autorità e servi e bestiame; sovente vengono condotti in viaggio od ereditano ricchezze inaudite ed acquisiscono proprietà immobili. Rispondiamo che tali cose il bimbo non tratta da sè, ma tramite un qualche curatore, come i genitori od altre persone. E tali cose gli sopraggiungono quando una stella le significa, mentre egli ne è ignaro o è privo di volontà e di discernimento. In questo senso possiamo dire che egli non può avere la volontà di compiere tali cose: non può accoppiarsi, non procreare, non por mano da se medesimo a difficili questioni, giacché la sua età non conviene a tali cose. Ma quando, in qualche tempo della sua vita, si trova in un'età che conviene a quell'astro, può allora avere la propensione rispondente al significato di quella medesima stella. Le stelle signoreggiano le età secondo l'ordine proprio delle loro sfere, iniziando dalla sfera inferiore e governano un tempo uguale agli anni minori del loro periodo, altre la metà o la decima parte del loro periodo minore o del loro periodo medio. Ora, il primo quadriennio, giacché è la più prossima a noi degli altri astri. Ed invero, la debole natura del bimbo, la sua umidità, il suo essere tenero, la pochezza del suo nutrimento, la sua indole capricciosa, la sua ignoranza delle cose, la velocità della sua crescita, la sua capacità di mutamento mostrano che la Luna signoreggia questo periodo dal giorno del parto per i quattro anni che seguono. Furono adunque supposti quattro anni, giacché gli elementi di cui si compone il nostro corpo sono quattro, uno per ciascun anno. E che gli anni della Luna siano soltanto quattro, è mostrato dal fatto che il bimbo, compiuti questi anni, muta dalle condizioni predette ad una disposizione diversa. Altri dissero che, poiché la Luna significa gli anni della nutrizione ed essendo i suoi anni mediani trentanove e mezzo, la loro decima parte fa quasi quattro anni. Pertanto i quattro anni furono assunti in quanto decima parte di quaranta e fu considerata come proporzione minore. Se invero avessero preso la decima parte dei suoi anni minori avrebbero ottenuto due anni e mezzo, ma non è costatabile nel bambino un mutamento da una condizione ad un'altra in questo tempo. D'altro canto, se avessero preso la decima parte dei suoi anni maggiori avrebbero ottenuto undici anni circa e nondimeno è manifesto che il bimbo muta nella sua condizione prima di questo tempo.
  In seguito la stella di Mercurio assume la seconda età e governa durante dieci anni ovvero per la metà del suo pe-riodo minore. Ora, la metà è il primo e maggiore rapporto dei numeri ed in codesti anni il fanciullo mutra manifestamente da una condizione ad un'altra. Sappiamo che Mercurio governa codesta età, in quanto è prossimo alla Luna, che è posta sotto di esso ed allora inizia a manifestarsi l'ingegno che è proprio della natura umana e l'intelletto e la capacità di discernimento ed inizia l'istruzione e l'apprendimento. Il termine di questa età è il termine della fanciullezza.
  La stella di Venere assume la terza età e governa otto anni in conformità al suo periodo minore. Codesta età è l'inizio dell'adolescenza. Ed essa assunse la signoria, giacché il circolo vnereo è posto sopra al mercuriale e gli è prossimo. Pertanto commuove in questo tempo l'appetito e il desiderio ed il suo impeto al coito si fa infrenabile.
  La quarta età è governata dal Sole. I suoi anni sono diciannove, come il suo periodo minore ed allora vediamo che l'uomo aspira alla gloria e all'elevazione e passa da una condizione ad un'altra migliore e dai diletti allo sforzo e all'impegno, frena i piaceri e si allontana dai trastulli. E come il Sole è medio fra gli astri inferiori e superiori, questa età è media tra la fanciullezza e la vecchiaia ed al suo compimento termina l'età della gioventù.
  Marte in seguito assume la quinta età e governa quindici anni e ha così principio l'età matura. Invero la stella di Marte è posta sopra il circolo del Sole. Pertanto, in codesta età gli uomini gareggiano nel mondo e sperimentano sollecitudini e travagli e sono oppressi da preoccupazioni e fatiche ed angustie e abbandonano la maggior parte dei piaceri.
  In seguito Giove assume la sesta età e governa dodici anni, il suo circolo essendo prossimo a quello di Marte. E' questa l'età della vecchiaia. Pertanto gli uomini abbandonano gran parte delle fatiche e pene e travagli e lotte, né tentan più di metter mano all'incerto, ma si prendon cura di ciò che è virtuoso ed onesto, hanno ricordo di questo mondo e ne mettono a profitto i benefici.
  Saturno infine assume la settima età e governa fino al termine della vita, essendo la sua sfera prossima a quella di Giove. Gli uomini pertanto perdono il loro vigore e si fan deboli, i loro corpi si raffreddano (
4) e son tardi, queruli, pusillanimi, quasi la natura venisse loro meno. Abbandonano le loro speranze, sono privati dei desideri e sono oppressi dalle malattie.

8. Della disposizione degli astri nelle natività e nei tempi futuri.
In ognuna di queste sette età ciascun astro rivela la propria forza secondo la sua disposizione originaria e secondo la sua disposizione in quel tempo in cui assume il governo delle età. Se pertan to la sua disposizione è buona in entrambi i tempi, indicherà molti vantaggi. Se in entrambi i tempi è mal disposto, indicherà molti danni. E se i due tempi, quello radicale e quello futuro, non concordassero, mediocri saranno e i vantaggi e i danni. Inoltre, se un uomo non pervenisse alla vecchiaia, sì da non percorrere gli anni degli astri, morirà certo nel tempo del governo di quell'astro che signoreggia l'età. Alcuni dissero che Saturno governa trent'anni della settima età; e se questi vengono superati, il governo ritorna alla Luna e il nativo diviene debole e umido e poco si nutre ed è di scarso moto; in seguito il governo passerà a Mercurio e così di seguito secondo qunto abbiamo esposto. Peraltro, se il governo tornasse alla Luna, non per questo l'uomo avrà le medesime condizioni della prima età: non suggerà la mammella, non sarà allattato, ma riceverà le forze proprie degli astri proporzionate alla sua età effettiva. Ora, già nell'ultima età l'azione degli astri passa su di lui debole e oscura. Altri ancora ripartirono le età secondo un diverso schema, assegnandole ai sette astri nel modo medesimo in cui sono ordinate le ferdarie. Nondimeno, il modo in cui gli anni delle ferdarie sono distribuiti dipende si fonda sulla mutua partecipazione di tutti i pianeti. Infatti, gli anni delle ferdarie furono ordinati secondo le esaltazioni degli astri nei segni e mostrano l'indifferenza di ciascun astro verso un'età particolare, mentre in questo schema presente, allorché l'uomo giunge a una determinata età governata da un dato pianeta, allora la natura dell'età corrisponde solo al governo di quell'astro.

1,9. Che cosa deve conoscere l'astrologo di colui che inizia l'anno.
I giudizi riguardo l'alternarsi degli anni richiedono la conoscenza preliminare di quattro cose. Primo: in quale età, delle età dell'uomo, si trova colui che ha una data rivoluzione dell'anno. Secondo: qual è il suo rango in mezzo agli uomini. Terzo: le condizioni che gli sono proprie e intorno alle quali è possibile pronunciare un giudizio. Quarto: preconoscere qualche suo fatto od evento. Occorre per prima cosa sapere gli anni del nativo: in questo modo si conosce la sua età e la stella che la governa. Diciamo che questa conoscenza è necessaria, perché coloro che sono pigri e inabili alla comprensione di una qualunque scienza ed intendono disprezzare e confutare in ogni modo questa scienza, ritengono che il nativo non è privato di una qualche cosa per la debolezza della sua natura, ma, al contrario, ciò dimostrerebbe che questa scienza è incerta ed inutile. Cercano pertanto in ogni modo, con argomenti capziosi, di confutare chi la professa. Ed alcuni presentano la figura annua di bimbi o di vecchi decrepiti e le mostrano a qualche astronomo per confutare la sua scienza: gli chiedono infatti intorno ad una qualche operazione <delle stelle> che non può essere accolta in quelle età. E' per ciò necessario avere conoscenza dell'anno. Per quanto riguarda il secondo punto, diciamo che vi sono quattro classi di uomini: prima è quella dei re, seconda quella dei nobili, terza quella degli uomini di media condizione, ultima quella dei poveri. Ora, molti detrattori della scienza delle stelle traggono in inganno gli esperti presentando loro la conversione annua di un re e non dicono: "Questa rivoluzione annua è di un re". E questi, ignorando a quale classe di uomini risponde la figura, non l'interpretano secondo quanto conviene ad una regale, ma secondo quanto è proprio agli uomini comuni. In questo modo i detrattori traggono argomento per diffamare la scienza. Quando infatti la rivoluzione annua di un re è volta al bene significa il prevalere su altri re ostili o la conquista di fortezze, di città e regioni o l'incremento dell'erario, mentre la buona rivoluzione annua di un uomo del volgo significa il prevalere sui nemici, la manifestazione del favore del re, l'eccellere su altri della sua medesima classe. In terzo luogo occorre conoscere di quali atti è capace l'uomo di cui si giudica la rivoluzione annua. Di questo l'astrologo deve avere conoscenza: se infatti, di fronte alla conversione annua di un eunuco, la quale mostra procreazione, annunciasse la nascita di un figlio, apparirebbe senz'altro ridicolo. Se invero il fondamento della genitura significa che il tale uomo è eunuco e senza figli, non può in un tempo futuro divenire padre, poiché la costellazione originaria glielo ha negato una volta per sempre. Allo stesso modo, se ci imbattiamo nella conversione annua di un bimbo, la quale significa procreazione, non diremo che il bimbo procreerà per due motivi: primo, poiché la stella che governa la sua età non ha in sè la virtù del procreare; secondo, poiché la sua natura non può accogliere siffatti significati delle stelle. Ed invero, se qualcuno compisse la conversione annua di un morto e trovasse configurazioni che mostrano una qualche cosa, nulla gli accadrebbe, in quanto incapace di percepirle. Occorre pertanto distinguere l'evento e scrivere ciò che le stelle significano e dire che al tale accadrà questo e quello se si trova in un'età che può assumere quegli eventi. Ma se si trova in un'età che non può recepirli, diremo che le stelle mostrano in generale questo e quello e se la natura dell'uomo è suscettibile accogliere le cose significate, esse giungeranno a lui.
  In quarto luogo occorre sapere ciò che è proprio
(5) a colui che ha una data conversione annua, affinché il giudizio convenga alla sua persona. Di chi non possiede ricchezze diremo che le acquisterà, di chi le posiede diremo che le aumenterà. Se un tale ha fratelli, e le configurazioni mostrano nascita di fratelli, diremo che aumenteranno; se non ne ha, diremo che giungeranno a lui per la prima volta. Allo stesso modo riguardo ai beni immobili, alle dignità e simili: non prognosticheremo a chi non ha beni o proventi il loro venir meno. Alcuni dicono che se le configurazioni mostrano la morte di un genitore ed il nativo è orfano, morirà qualche persona anziana della sua casa. Ed ancora, se nella natività le figure mostrano che l'uomo non può procreare, allorché sopravviene una figura di procreazione, egli non procreerà, ma adotterà un figlio. E se non ha beni immobili, e le figure mostrano il risollevamento della loro condizione, ciò accadrà ad un altro per sua mediazione. E se le figure mostrano matrimonio, mentre in natività tale significato è assente, si unirà ad una donna senza matrimonio. E se le figure mostrassero una relazione con ire, tale significato mancando nella natività, avrà rapporto con i governanti. Inoltre, l'astrologo deve sapere se la conversione annua è di un uomo o di una donna e giudicare non solo secondo la natura che meglio conviene a ciascun sesso, ma anche secondo le loro proprie qualità: sovente, infatti, anche le donne sono a capo delle città. Occorre pertanto essere a conoscenza della condizione degli uomini al tempo della conversione degli anni. Se infatti è posibile conoscere tali cose dalla loro genitura, questa conoscenza è difficilissima <nelle figure dei> nei singoli anni. Si discerne infatti dalla conversione annua del morto ciò che è proprio al figlio: essa è infatti come una seconda relazione del padre al figlio dopo la morte; allo stesso modo si discerne quanto è proprio al padre dalla conversione annua del figlio, pur se fosse morto.


NOTE

1. Isid.: in modo affatto sicuro, per tutto il tempo della loro vita.

2. vl.: signum profectionis.

3. Isid.: non è possibile determinare l'oroscopo dell'anno.

4. vl.: desiccantur.

5. vl.: substantiam et esse.


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