Salvo De Meis

 

In Ricordo di Giuseppe Bezza

(Milano, 21 Settembre 1946 - Riparbella, Pi, 18 Giugno 2014)

 

Pubblicato in Giornale di Astronomia. Fabrizio Serra editore, Pisa · Roma, 2014, Vol 40/3, pp 40-41.

 

 

Giuseppe Bezza, il caro Giuseppe, ci ha lasciato.

Con la discrezione di sempre, la riservatezza gentile, la delicata attenzione per gli altri.

La sua lotta contro il male inesorabile non traspariva mai, anche se durissima e continua. Era un aspetto della sua serietà intellettuale nel più alto senso di dovere verso se stesso e gli altri.

Come nella ricerca letteraria e scientifica, così si comportava nella vita quotidiana e un'inimitabile affabilità lo rendeva subito ammirato da tutti; la semplicità con cui passava dai concetti più elementari alle teorie più elaborate era immediata e destava una cordialità che sembrava venuta da sempre anche per chi iniziava a conoscerlo.

Sempre pronto a collaborare con tutti, senza mai far pesare l'enorme quantità di notizie, dati, informazioni, giudizi che aveva sugli argomenti più vari, stupiva chi lo ascoltava per la precisione di quanto esponeva, dai più rari codici greci, latini o arabi alle differenze tra bibliografie antiche e moderne, dalla storia alla letteratura, all'astronomia, per non dire dell'astrologia.

Questa è stata la passione dei suoi studi sino all'ultimo, senza mai mescolare con la scienza le caratteristiche di queste conoscenze profonde e studiate per tutta la vita da completo autodidatta.

L'astrologia intesa soprattutto come storia, documentazione e critica degli autori più seri e impegnati, che aveva fatto sì che, oltre alle molte lingue che conosceva perfettamente, avesse studiato anche l'arabo per leggere dalle fonti prime i vari aspetti storici e metodologici con la stessa acutezza con cui analizzava la Tetrabiblos di Tolemeo in greco o le opere di autori dei quali molti non conoscono neanche il nome.

Le conversazioni con Giuseppe erano sempre di un livello elevato, al quale si era condotti anche partendo da argomenti semplici, apparentemente insignificanti, ma che si rivelavano importanti.
Se ci si stupiva di questo, bastava girare insieme per le biblioteche: a Milano conosceva le collocazioni dei testi, dei codici, degli incunaboli dalla Braidense al Castello, dall'Istituto Lombardo all' Ambrosiana, insomma sapeva sempre come trovare riferimenti o un testo raro, spiegando, sempre con somma modestia, che, sì, l'aveva consultato varie volte molto tempo addietro. E magari si trattava di medicina greca o medievale o delle opere di critica moderna.

Se queste parole sembrano troppo dettate dall'amicizia, sono però temperate dal rispetto per lo studioso, il ricercatore, la persona.

Un elenco dei suoi lavori sarebbe lungo, ma basteranno pochi titoli per dare l'idea della qualità e della quantità dei suoi lavori.

Recentemente stava riguardando le bozze del suocommento al secondo libro della Tetrabiblos di Tolemeo e preparando la stesura degli ultimi due.
Il commento al primo libro (Nuovi Orizzonti 1990 e 1992) è un capolavoro, non lo dico da amico, ma riporto l'ammirazione di David Pingree quando ne parlammo a Bologna in occasione di un ciclo di lezioni all'Alma Mater.

Arcana Mundi, un'antologia del pensiero astrologico antico (Rizzoli 1995) in due volumi che raccolgono testi fondamentali necessari per lo studio storico e critico, spesso introvabili.

Giuseppe Bezza

 

Précis, d'historiographie de l'astrologie: Babylone, Egypte, Grèce (Brepols 2002), la sua tesi di Directeur de recherche all'Istituto di Alti Studi di Parigi, raccoglie una quantità incredibile di ricerche, saggi, descrizioni utili all'epistemologia astronomica e astrologica, senza indulgere in quelle credulità dei moderni ciarlatani, ma lavorando su opere di alto livello (la bibliografia è di più di 6o pagine e comprende autori che vanno da A. Aaboe, G. Aujac, C. Bezold, F. Boli, W Gundel, W Hartner, P. Huber, H. Hunger, F. X. Kugler, O. Neugebauer e tanti altri ai vertici della storiografia e dell'astronomia, sino a van der Waerden, oltre ai testi di autori classici.

Di questi studiava le edizioni più moderne per paragonarle a quelle antiche e trarne sintesi critiche.
Insieme a Marco Fumagalli aveva un sito, www.cieloeterra.it, nel quale esponeva con chiarezza questioni che gli venivano poste o che riteneva importanti, insieme a trattazioni storiche.

A companion to astrology in the Renaissance (Brill 2014) è comparso da poco e ancora una volta è pubblicato da un grande editore. Così come I pronostici di Domenico Maria da Novara (Olschki 2013).

Per onorare la memoria di Giuseppe, Antonio Panaino, dell'Università di Bologna, sta organizzando la pubblicazione, in un futuro prossimo, di scritti di autori, amici ed estimatori.

Un auspicio è che la sua biblioteca non venga dispersa: moltissimi testi non comuni o rari dei quali aveva trovato ristampe o fatto fotocopie, il che non è facile neanche adesso se non si fanno ricerche intense e mirate, per non imbattersi in materiale pubblicizzato ma scadente, ciò che non è mai accaduto a lui.

Sit tibi terra levis, Giuseppe, e conversa saggiamente con gli spiriti antiqui.

 

 

 

SALVO DE MEIS